martedì 27 giugno 2017

"La mia paura più grande"



Tratto dal libro di Stella Borghesi:
     COME UNA DONNA
Pubblicato da Streetlib, aprile 2017

Aveva riagganciato prima che potessi ribattere qualcosa, e fui assalito da un’inquietudine improvvisa e fortissima che in breve si trasformò in panico allo stato puro. Stava scendendo dall’autobus? Sperai con tutto il cuore che fosse una fermata intermedia e non la fermata proprio sotto casa. Per potermi ricomporre avrei avuto bisogno almeno di un’ora e inoltre  le avevo raccontato di aver messo un po’ in ordine la casa.
Dio mio, che casino! E adesso?
Stavo di nuovo attraversando il soggiorno per andare verso la camera a svestirmi quando sentii il rumore tipico di una chiave che si infilava frettolosamente nella serratura del portoncino blindato. La porta si spalancò di colpo e un attimo dopo lei entrò e mi vide. Non ero riuscito a dire o a fare nulla e restai come paralizzato. La mia paura più grande e profonda, quella di essere scoperto mentre ero travestito da donna, si stava materializzando. Era troppo tardi per tentare di fare qualsiasi cosa. Ero in trappola. Lei era lì, davanti alla porta di ingresso e continuava a fissarmi incredula di ciò che vedeva. Era sbalordita  quanto me  e rimase completamente senza parole. Il suo imbarazzo era evidente e quando si decise a richiudere la porta sembrava avesse visto un fantasma.
«Mah, tu….ma…ma sei proprio tu ...! Dio mio, e io che volevo farti una sorpresa!»
Non sembrava arrabbiata o perlomeno non lo dava a vedere, ma continuava a fissarmi sbalordita spostando il suo sguardo dal mio viso truccato al mio seno imbottito per poi soffermarsi sulle mie gambe. Mi scrutava attentamente come se volesse valutare bene ogni singolo dettaglio del mio abbigliamento. Non potevo sapere cosa stesse pensando di me e forse non lo volevo nemmeno sapere perché ero travolto dalla vergogna e dall’imbarazzo. Dovevo essere  arrossito e mi sentivo le guance in fiamme mentre mi rendevo conto di  stare in piedi  di fronte a lei in equilibrio su quei sottili tacchi a spillo e con quel bellissimo vestito di seta aderente e un po’ scollato. Mi conosceva da una vita e adesso non riusciva a credere a ciò che vedeva. Era ancora  più sconvolta di me e capivo che faceva fatica a dire qualsiasi cosa. Quel silenzio pesava come un macigno e sembrava avvolgere ogni cosa. Poi appoggiò la borsetta sul tavolo e si decise a parlare.


In vendita nel formato digitale :




sabato 27 maggio 2017

"Vanità femminile"



Tratto dal libro
COME UNA DONNA
pubblicato da Streetlib


Avvenne tutto molto rapidamente. Scelsi un paio di collant setificati neri a 20 den e lentamente li avvolsi sulle mie gambe ritrovando di colpo le stesse emozioni di un tempo. Con gesti sicuri sceglievo quella raffinata e preziosa  biancheria intima e poi la indossavo con disinvoltura come se davvero fossi una donna. Ero completamente assorto nei miei pensieri e dopo aver scelto i vestiti nell’armadio li provavo uno ad uno spostandomi poi davanti allo specchio a figura intera con lo sguardo stupito di meraviglia. Era un piacere intimo che riscoprivo dopo tanto tempo ma le emozioni che provavo erano sempre le stesse di allora, sempre straordinariamente intense, ed era così bello sentire sulla mia pelle e sul mio corpo quegli abiti dal tessuto delicato  che mi avvolgevano come una carezza.
Erano tutti abiti femminili della mia misura e mentre mi osservavo allo specchio non potevo fare a meno di ammirarmi con una certa vanità. Sì, stavo davvero bene, e mentre camminavo sui tacchi a spillo mi sentivo a mio agio e felice.
Da quanto tempo non lo facevo più?



In vendita nel formato digitale :

martedì 16 maggio 2017

"Il piacere della seduzione"


Tratto dal libro di Stella Borghesi:
COME UNA DONNA
Pubblicato da Streetlib, aprile 2017

Mi stava osservando in silenzio. Potevo sentire persino il suo respiro un po’ affannoso. Era eccitato ma continuava a fissarmi in un silenzio carico di tensione.
Non sono riuscito a vederlo in viso o forse semplicemente avevo scelto di non vederlo. Capivo solo che era giovane e alto, i capelli lunghi. Nella mia mente il suo volto non aveva importanza, quello che importava  era solo il suo interesse per me, il fatto che fossi riuscito a sedurlo senza nemmeno pronunciare una parola. La porta dello scompartimento si era richiusa alle sue spalle e adesso nello scompartimento eravamo da soli, entrambi confusi e tramortiti da quella situazione intrigante così inaspettata. Lui si era seduto nel sedile di fronte per osservarmi con calma  nella semioscurità. I lampioni esterni proiettavano ogni tanto alcuni fasci di luce che si posavano rapidi sul mio corpo come dei piccoli flash. Sentivo il suo sguardo frugare ovunque e soffermarsi sulle mie gambe e sul mio sedere.
Mi osservava in silenzio.
Mi desiderava.
Le mie carezze lentamente si fecero  ancora più esplicite e così iniziai ad accarezzarmi nel solco tra le natiche, assecondando i miei movimenti con un sensuale e lieve sollevamento del bacino.
Ancora silenzio.
Un’interminabile e insopportabile silenzio. 
Percepivo la sua esitazione ed i suoi dubbi, percepivo il suo desiderio ed i suoi timori residui, percepivo ogni dettaglio di quella situazione così straordinariamente eccitante perché era come se in quel momento io fossi entrambe le persone, uomo e donna, maschile e femminile, desideroso di possedere e di essere posseduto.
Lui continuava a spogliarmi con gli occhi ed io lo lasciavo fare attendendo le sue mosse.
Sentii che si è alzato e per un attimo trattenni il respiro.

Si era accorto che non ero una vera donna?  


In vendita nel formato digitale :



martedì 9 maggio 2017

"Con la minigonna aderente"



Tratto dal libro di Stella Borghesi:
COME UNA DONNA
Pubblicato da Streetlib, aprile 2017

Mi distesi sul divanetto laterale fingendo di riposare, con le gambe leggermente ripiegate ed il sedere rivolto verso il corridoio. Così facendo chi passava davanti alla porta non poteva vedere il mio viso reclinato verso gli schienali dei sedili ma solo il mio corpo. Nel ripiegare le gambe la mia minigonna lasciò inesorabilmente intravvedere le calze velate con il reggicalze e le mutandine di pizzo in bella mostra. Mi sentivo desiderata e desiderabile, mi sentivo donna, una donna affascinante e seducente.
La porta era rimasta socchiusa ma avevo lasciato intenzionalmente socchiuse anche le tendine, quel tanto che bastava affinché dal corridoio si potessero vedere le mie gambe, le mie mutandine e sopratutto la mia mano che nel frattempo si era messa ad accarezzare lentamente il mio sedere. Stavo agendo d’impulso, non sapevo nemmeno io quello che stavo facendo ma la mano sembrava agire senza sentire le mie ragioni. Poi percepii il rumore dei suoi passi. Era davanti alla mia porta, aveva rallentato, aveva guardato dentro, aveva esitato ma poi si era allontanato. Una punta di delusione si mescolava ad un senso di sollievo e non sapevo quale fosse lo stato d’animo prevalente. Avevo temuto e allo stesso tempo avevo sperato che potesse succedere qualcosa ma non era accaduto nulla di nulla, solo qualche attimo di intensa emozione. Lui era passato oltre la porta ed il pericolo era cessato. 
Però poi sentii nuovamente i suoi passi, ed erano passi in avvicinamento. Si era fermato e adesso era proprio davanti all’ingresso. I capelli della mia parrucca mi coprivano il viso ma riuscivo ugualmente ad intravvedere  il suo corpo. Lui finge di guardare oltre il finestrino ma poi si gira verso la porta socchiusa cercando con lo sguardo il mio corpo. Mi batte forte il cuore e trattengo il respiro mentre continuo ad osservarlo con la coda dell’occhio senza però riuscire a vedere il suo viso. Fingevo di dormire mentre con  la mia mano continuavo ad accarezzare le mie gambe fino ad arrivare maliziosamente sotto le mutandine di pizzo. Lui esitava ancora indeciso ma quando aveva visto in che modo mi stavo accarezzando ha vinto le sue paure residue e aveva fatto scorrere la porta dello scompartimento.
Era entrato. Mi stava osservando in silenzio…


In vendita nel formato digitale :

venerdì 5 maggio 2017

"Il piacere dei tacchi a spillo"


Quando indossai per la prima volta  i tacchi a spillo scoprii in pochi minuti che per me erano una fonte di soddisfazione e di felicità, quasi un  vero e proprio piacere  fisico e mentale. Appena indossati mi è bastato respirare profondamente e rilassarmi un istante per sentirmi subito a mio agio. In un minuto sono riuscito a camminarci senza il minimo problema, con equilibrio e disinvoltura, in maniera quasi innata. Sì, i tacchi a spillo sembravano fatti apposta per me, e mi stupii di non essermene accorto fino a quel momento. Fin dai primi passi sentii che il mio corpo e le mie gambe erano un tutt’uno con quelle sottili e affusolate appendici. Sembravano davvero un mio prolungamento naturale, mi davano un portamento e una sicurezza davvero incredibili e mi facevano sentire straordinariamente bene. Da allora ho scoperto che con i tacchi alti la mia femminilità viene esaltata e la considero  insieme a quella per i collant la cosa maggiormente eccitante nell’indossare i vestiti femminili. Certo non disdegno gli abiti eleganti e provocanti, le calze velate con il reggicalze  e  la biancheria intima sofisticata e intrigante e in genere tutto ciò che serve a esaltare la femminilità. Quando mi travesto sono abituato a portare regolarmente i tacchi molto alti e sottili senza mai avere problemi di equilibrio e di portamento.  Mi  piace camminare su e giù dalle scale e poi attraversare il soggiorno mettendomi seduto sul divano accavallando le mie gambe fasciate dai collant neri con una disinvoltura pari a quella di una vera donna. Il mio portamento, l’equilibrio, il modo in cui i muscoli delle gambe si adattano alla situazione e mi fanno sentire più bello, più femminile e seducente e quindi più desiderato. È l’esaltazione della mia parte femminile e devo ammettere che  esercita su di me un effetto benefico perché mi regala la sensazione di avere  un corpo più bello e un modo molto più attraente di camminare, di muovermi e di sentirsi dentro. Mi appare quasi impossibile comprendere come facciano le donne e le ragazze giovani a preferire le scarpe da ginnastica  o le orribili  scarpe con la zeppa alta e massiccia.

Possibile che non si rendano conto che agli uomini piacciono le donne proprio perché sono diverse da noi e non perché ci assomigliano? 


In vendita nella versione digitale nel formato epub, mobi e pdf

In vendita in formato pdf e cartaceo

mercoledì 3 maggio 2017

"Il rossetto sulle sue labbra"

Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT

Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib




Gli misi una collana di perle e gli orecchini pendenti e poi finalmente  andammo assieme di fronte allo specchio intero restando entrambi sbalorditi quando i nostri sguardi fissarono il riflesso di quell’immagine straordinaria, l’immagine di due belle ragazze che sorridevano felici tenendosi per mano. Lui aveva davvero delle belle gambe e con quella parrucca dai lunghi capelli biondi poteva benissimo essere scambiata per una donna.
 «Ti piaci?» lo guardai dritta negli occhi. Il mio sguardo sembrava poter finalmente penetrare fin dentro la sua anima improvvisamente indifesa e vulnerabile.
«Dai, ammetti che sono stata brava…»
Lui non disse nulla ma mi gettò sul letto e le nostre mani iniziarono a sfiorare ed accarezzare la seta che avvolgeva delicatamente entrambi i nostri corpi. Sentire il sapore del rossetto sulle sue labbra mi dava una sensazione particolare e mentre lo baciavo mi sentivo trascinare da una passione  coinvolgente e inebriante. Era un gioco, era solo un gioco. Era il gioco che lui a volte aveva preferito  fare da solo, il gioco da cui mi aveva sempre escluso.
Fino a quel momento.
Adesso gli stavo dicendo che quel gioco avrebbe potuto farlo assieme a me e glielo stavo dimostrando con i fatti.
Era una cosa estremamente eccitante perché in certi momenti mi lasciavo trascinare dal desiderio e non avevo più l’esatta percezione  dei nostri corpi. Lo accarezzavo come si doveva accarezzare una donna e lui si abbandonava alle mie carezze assecondando ogni mio gesto. Stava disteso sulla schiena nella  più tradizione posizione della donna quando vuole fare l’amore. Io stavo al gioco e quando fui sopra di lui chiusi le mie gambe mentre lui apriva  le sue per lasciarmi entrare come se fosse una donna. Cominciai a spingere come se io fossi l’uomo e mentre spingevo sentivo che lui cominciava a gemere aprendo di più le gambe e avvolgendole sulla mia schiena.Ci eravamo scambiati i ruoli e adesso avevo la sensazione di poter possedere quella donna che saltuariamente abitava nel corpo di mio marito. Con le gambe strette continuai a spingere  sempre più forte mentre lui inarcava il bacino per farmi entrare sempre più in profondità. Sentivo le sue gambe velate  premere contro la mia schiena, lo sentivo ansimare, sentivo le sue unghie graffiare, sentivo che mi apparteneva e che adesso potevo finalmente conoscere quella donna che a volte  aveva  usurpato il mio posto occupando i suoi pensieri. Potevo possederla e farla godere, potevo soddisfare ogni sua voglia  e la feci godere provando anch’io un piacere così intenso che l’orgasmo mi sorprese in maniera travolgente e inaspettato.








Libro in formato cartaceo su YOUCANPRINT

Libro in formato cartaceo e digitale su LULU.COM


martedì 2 maggio 2017

"Desideri opposti"

Tratto dal libro di Stella Borghesi:
COME UNA DONNA
Pubblicato da Streetlib, aprile 2017




Mi piaceva essere guardato in quel modo, mia piaceva sperimentare per la prima volta la mia capacità di seduzione come fossi una donna e in quel preciso momento sentii il mio corpo vibrare. Mi stavo rapidamente immedesimando nelle donna che lui credeva di vedere. Un donna sensuale, vulnerabile, maliziosamente femminile. Incrociai il suo sguardo nell’istante in cui  aprii la porta per entrare nel mio scompartimento e nei suoi occhi intuii tutto il suo desiderio perché sembravano brillare anche nel buio. Mi ero completamente immedesimato nella parte della donna  sensuale che era in grado di sedurre un uomo camminando sinuosamente sui tacchi a spillo senza dire nemmeno una parola. Ero stato capace di sedurlo solo con uno sguardo, solo socchiudendo le labbra, solo camminando. Ero la sintesi perfetta del puro istinto sessuale.
Cosa stavo facendo? Lo stavo provocando? Lo stavo incoraggiando? Stavo solo giocando per vedere fino a che punto potevo sostenere quel gioco?
Il gioco si era fatto pericoloso e invece di averne paura  mi attraeva ancor di più.
E adesso cosa succederà?
Il cuore iniziò a pulsare forte ed ero già pentito di quello che avevo fatto. Cercai di richiudere la porta del mio scompartimento come se quella porta potesse rappresentare una barriera  insuperabile, come se riuscisse a proteggermi da quei desideri così inaspettati e pericolosamente reali. Ero combattuto e pieno di dubbi. Una parte di me voleva continuare il gioco, una parte invece si ritraeva spaventata. La parte femminile dentro di me si sentiva euforica e mandava segnali inequivocabili di disponibilità mentre per contro quella maschile cercava di riprendere il controllo della situazione. Ma il desiderio femminile continuava a crescere ed era sempre più forte mentre per la prima volta riuscivo a immaginare il desiderio di una donna di essere accarezzata, desiderata e posseduta da un uomo. Il cuore batteva sempre più forte quando mi accorsi che la porta dello scompartimento non si riusciva più a chiudere lasciando così uno spiraglio di dieci centimetri. Cercai invano di forzare la chiusura  finché ci rinunciai e mi sedetti all’interno. I passi in corridoio si avvicinano.
E adesso?


In vendita nel formato digitale :